Leonardo Fiaschi

ARTE

Leonardo, nelle sue opere, dà forma alle sue paure, alle sue incertezze, allo sgomento. La sua è una confessione di fronte allo specchio. L’Universo è al centro di tutto. Così misterioso, è un uomo senza volto, strada senza uscita. Ci soffoca creando dubbi, non lascia traccia di certezza, ci sussurra l’infinito, lasciandoci perdere nella scacchiera degli imprevisti, fiondati dalla ragione, in un labirinto svenduto al diavolo.
L’universo ci osserva con distacco, ci lascia soli dopo un incidente, non presta soccorso. È il responsabile delle nostre paure, spazia intorno a noi con una danza macabra, per poi essere messo a nudo all’interno dell’opera: qui prende forma, si materializza, si mette a nudo, soffre, mostra le sue ferite. La vastità del nostro io più profondo inchiodato alla luce del sole.
Il topos della maschera: all’improvviso l’uomo cerca di uscire, di capire, di manifestare la propria ragione, di combattere il conformismo, di entrare nella dimensione della verità relativa, (non assoluta) ma viene risucchiato dalla fitta rete della società.
La società, rea di aver creato una dimensione dalla quale è impossibile uscire, ci costringe a indossare infinite maschere. Costringe l’uomo a mentire davanti allo specchio.
L’anima è imprigionata in una gabbia, mentre il corpo viaggia in prestito. La società rende la nostra vita una grande festa in maschera, senza affidarci all’autista che ci riaccompagnerà a casa. Volti spogli, bianchi di smarrimento, uguali di fronte a ciò che non potremo mai conoscere.